Ovviamente contrari gli industriali. Parla per tutti il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua Magliani, che aveva già espresso, in altre occasioni, il proprio parere sul controverso progetto. "E' dannoso – ha spiegato a ‘La Repubblica’ - introdurre vincoli e divieti circoscritti solo a chi produce in Italia. Così si favoriscono gli stranieri, si penalizza la competitività italiana, si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro fra diretti e indotto. La norma, senza ragioni di tutela della salute o sicurezza alimentare, rischia di far sparire linee di produzione e di intaccare i livelli occupazionali. Fatto che, in un momento come questo, è davvero assurdo e in qualche modo perverso".

Esulta invece, fra gli altri, Coldiretti, che parla di uno storico successo, con effetti positivi per i consumatori e per il frutteto italiano. “E’ stata sconfitta la lobby delle aranciate senza arance che pretendeva di continuare a vendere acqua come fosse succo - afferma in una nota il presidente Roberto Moncalvo nel sottolineare che si stima che “grazie alla nuova norma duecento milioni di chili di arance all'anno in più saranno “bevuti” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate”.

Una decisione che - sostiene Coldiretti - concorre a migliorare concretamente la qualità dell'alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all'obesità in forte aumento. Non va peraltro dimenticato - continua Coldiretti - l'impatto economico sulle imprese agricole poiché l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre 10.000 ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa 20.000 campi da calcio, situati soprattutto in Regioni come la Sicilia e la Calabria.

Con la legge comunitaria appena approvata dal Parlamento arriva anche un insieme di regole a protezione della genuinità degli oli di oliva, fra cui l’obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di extra vergine serviti nei pubblici esercizi.