Assisteremo a un’evoluzione nelle modalità di arredare e distribuire i singoli vani. Tutto sarà intercambiabile, le stanze non saranno divise in maniera fissa da muri, bensì si adatteranno ai cambiamenti di vita, alle esigenze del momento e agli stati d’animo, tramite un innovativo modo di utilizzare alcuni elementi chiave, come la luce.

Ma la casa sarà anche collettiva. Sempre più abitazioni riducono gli spazi individuali per espandere quelli condivisi, in cui è possibile vivere appieno l’esperienza “sociale”. Nel futuro assisteremo sempre più al ripensamento di spazi individuali (ovviamente senza intaccare la sfera del personale), per tendere sempre più a una visione corale.

In futuro sarà sempre più forte per l’uomo il richiamo della natura. Certo, ora ognuno avverte la necessità di salvaguardare il verde del pianeta, ma il segnale che sembra trasparire sul futuro riguarda una necessità fisica di ricongiungimento con la natura: non è più solo una questione di coscienza sociale, bensì di bisogno.

Infine la tecnologia. Qui la fantasia degli intervistati ha avuto modo di esprimersi in libertà e i risultati sono, tra gli altri, che il 78,5% auspica una connessione continuativa a distanza con servizi di sicurezza (soccorso medico, vigilanza, etc.), mentre il 68,6% desidera che le tende siano in grado di chiudersi e aprirsi in totale autonomia.

Per dirlo con le parole degli addetti ai lavori “immagino una tecnologia evoluta, ma invisibile, che restituisca agli arredi e agli accessori una patina artigianale, calda e naturale”,