Non è certo un quadro roseo quello che è stato tracciato ieri, a Milano, durante la presentazione dell’ultimo rapporto Coop su consumi e distribuzione. Anche perché a tutto questo si somma quella che Marco Pedroni, presidente Coop, ha definito una “brutta bestia”, ossia la deflazione. Brutta quanto poco conosciuta, visto che, a fil di logica, il calo dei prezzi dovrebbe stimolare gli acquisti, ma alla lunga porta invece a una paralisi di un sistema che non ha più nulla da dire. La redditività della gdo è praticamente ridotta allo zero, rispetto a margini ancora tutto sommato accettabili dell’industria di marca.
Persino le promozioni non bastano più. Il consumatore le pretende, in quanto ulteriore elemento di convenienza, ma esse, diventate abituali e ossessive, non aumentano più né gli atti di acquisto, né il traffico sul punto di vendita. Si fermano persino le private label, che per la media delle varie insegne e dei vari prodotti, sono ferme al 15% di quota.
E allora? Qualche elemento positivo c’è sempre. I nostri connazionali intanto danno segnali importanti di una ritrovata voglia di intraprendere. Cambiano i gusti e i canali di acquisto e, sembra banale dirlo, ma non lo è, molte scelte, molte spese, molte ricerche di prodotto, passano attraverso Internet, che diventa il mezzo di informazione per eccellenza ma anche, sempre più spesso luogo di acquisto e banco di prova per il mondo del largo consumo.
In tutto questo quale ruolo devono svolgere i nostri governanti? La pressione fiscale va allentata, bisogna mettere mano con maggiore forza alle liberalizzazioni e dare nuove speranze di occupazione ai giovani.