Nel 2013, la spesa media mensile per famiglia è stata, a valori correnti, di 2.359 euro (-2,5% rispetto all'anno precedente), con una diminuzione anche in termini reali.

Il valore mediano risulta pari a 1.989 euro con un calo del 4,3% rispetto al 2012. L’esborso per alimentari è sostanzialmente stabile, e passa da 468 a 461 euro, nonostante la diminuzione significativa di quella per la carne (-3,2%) e la messa in atto di strategie di contenimento della spesa medesima. Nel 2013 continua ad aumentare sia la quota di famiglie che ha ridotto la qualità o la quantità dei generi alimentari acquistati (dal 62,3% del 2012 al 65%), sia quella di famiglie che si rivolge all'hard discount (dal 12,3% al 14,4%).

La spesa per beni e servizi non alimentari diminuisce del 2,7% e si attesta su 1.898 euro mensili: continuano a diminuire le spese per abbigliamento e calzature (-8,9%), quelle per tempo libero e cultura (-5,6%) e quelle per le comunicazioni (-3,5%).

La sostanziale stabilità della spesa alimentare, a fronte di una diminuzione di quella non alimentare, determina l'aumento della quota di spesa destinata ad alimentari e bevande (dal 19,4% del 2012 al 19,5% del 2013).

Il Trentino-Alto Adige, in particolare la provincia di Bolzano, è la regione con la media mensile più elevata (2.968 euro), seguita dalla Lombardia (2.774 euro). Fanalino di coda, anche nel 2013, la Sicilia, con dato mensile di 1.580 euro.

 

"In otto anni, rispetto al 2005, la perdita di consumi ai prezzi del 2013 è pari a quasi 470 euro mensili, di cui 91 euro sono minori consumi alimentari per famiglia – commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio -. In serie storica e al lordo dell'inflazione, la spesa media mensile torna ai livelli del 2004. Se però si deduce dal dato nominale la dinamica dell'indice dei prezzi al consumo (NIC), in termini reali, cioè di consumo effettivo di beni e servizi, la riduzione della spesa nel 2013 riporta il dato sotto i valori del 1993. Pure tenendo conto della riduzione dell'ampiezza dei nuclei familiari nel tempo, la contrazione dei consumi pro capite appare di ampiezza eccezionale: sia la media complessiva, sia la spesa per alimentari e bevande in termini reali tornano ai livelli del 1997".

"Il 2014, stando alle indicazioni congiunturali dei primi cinque mesi, non dovrebbe far segnare una rilevante inversione di tendenza. Le dinamiche del reddito reale e dei consumi preludono a un aggiornamento al rialzo del numero di persone assolutamente povere, già pari a 4,8 milioni alla fine del 2012. Tutto ciò – conclude l'Ufficio Studi - impone una revisione delle politiche economiche nella direzione di stimolare la crescita mediante una generalizzata riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese".

 

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