Valdo, azienda fondata nel 1926 a Valdobbiadene (TV) che produce circa il 10% del Prosecco DOCG italiano consacra sia in Italia sia nel mondo la bontà di una strategia concentrata sulla qualità e sul valore della marca. Nel 2014 sono state vendute nel mondo 15 milioni di bottiglie, +24% rispetto al 2013 con un interessante +9% sul mercato nazionale e un +39% registrato all’estero. Il direttore generale Massimo Poloni ci svela la ricetta che porta al raggiungimento di tali numeri.


Lo spumante italiano nel 2014 ha sorpassato lo champagne con un aumento del 20 per cento nell'export e un record di 320 milioni di bottiglie consegnate all'estero. cosa ne pensa di questo lusinghiero risultato?

Penso che sia uno strepitoso risultato frutto di un buon lavoro svolto da tutti gli attori che compongono la filiera del prosecco. Entrambi i consorzi (doc e docg) e imprese coinvolte hanno saputo attraverso buone iniziative di marketing ed ottima sales execution coordinare attività e sistema per valorizzare una grande eccellenza italiana. Ora però dobbiamo stare attenti a non svilire il prodotto e generare il giusto valore.

Anche per gli spumanti Valdo il 2014 è stato un anno con il botto, sia in italia che oltreconfine...
Samo cresciuti del 14% a valore abbattendo ed oltrepassando il muro dei 50 mio€ di fatturato. La crescita è robusta sia all'estero che in italia dove cresciamo rispettivamente del 28% e del 4,2%. Sono particolarmente soddisfatto della crescita in italia dove nonostante una contrazione dei consumi fuori casa siamo riusciti a crescere sia nel canale tradizionale (bar e ristoranti) ma anche e soprattutto nel canale della distribuzione moderna.

Qual è la posizione di Valdo spumanti sul mercato europeo di riferimento? E nei paesi extra-europei?
Il nostro impegno in Europa è massimo. Siamo market leader nel segmento della docg in germania e le nostre posizioni nei principali paesi in eu sono tutte da podio. Abbiamo aperto una legal entity in germania con un presidio locale e presenza sia nel canale retail che horeca. Su quest'ultimo stiamo sviluppando un progetto ad hoc per crescere ulteriormente con la gamma di maggior prestigio del nostro assortimento. La risposta è eccellente.
In uk la crescita è stata nel corso del 2014 a dir poco straordinaria. La crescita è più sulle top lines che bottom line, ma il mercato è molto importante e se vuoi giocare in quel mercato ti devi adeguare a certe regole che oggettivamente possono risultare onerose se non ben governate. Buona la crescita anche in usa, nostro principale mercato overseas, dove seppure siamo giunti un po' in ritardo rispetto ad altri nostri competitors stiamo sviluppando una buona distribuzione sia nell'east coast che west coast del paese supportati da un valido partner locale.



Quali sono gli asset su cui si basa la vostra strategia?
Quattro sono i nostri principali imperativi strategici:



1) long term customer relationship- presidio locale e quindi nei paesi nei quali la business dimension lo consente dobbiamo sviluppare organizzazioni capaci di instaurare relazioni dirette con i customers.



2) in store brand visibility - fondamentale in una categoria senza padrone riuscire a tirar fuori la testa dal carapace. competiamo in una categoria molto affollata dove la banalizzazione rappresenta una minaccia. riuscire a far brillare il brand, portarlo fuori dallo scaffale oppure creare eventi in store rende il brand vivo aumentandone la notorietà e stimolando il trial sul prodotto.



3) entrare in nuovi business - allargare il nostro orizzonte enologico. esplorare nuovi territori nel mondo ed essere riconosciuti da consumatori e clienti come lo specialista della bollicina .



4) espansione geografica - nuovi mercati e nuovi territori. aprire tracce nuove alla scoperta di mercati e canali da coprire e vivere come reale opportunità di business e crescita profittevole.




Quanto conta l’innovazione di prodotto nel vostro settore?avete in programma nuovi lanci per il 2015?
Fondamentale il supporto dell'innovazione. Senza innovazione non vi è crescita. Tuttavia bisogna evitare l'ingolfamento del sistema sia in cantina che sui mercati. Troppo elevata la natimortalita' di codici soprattutto nel mondo retail. Bisogna innovare ma bisogna saperlo fare veramente proponendo prodotti realmente nuovi. Diversamente meglio focalizzarsi su ciò che si ha. Abbiamo interessanti progetti in cantina alcuni dei quali pronti a decollare già nel corso di quest'anno.

Quali sono gli obiettivi ancora da raggiungere?
Puntiamo ai 70 mio € di fatturato entro il 2020. Questo è il mio obiettivo. La crescita in Usa e in alcuni paesi asiatici è molto importante e rappresenta futuro motore di crescita per l'azienda.
Oltre a questo dobbiamo migliorare ancora il mind set commerciale rendendolo più imprenditoriale.

Secondo lei lo spumante può essere considerato uno dei simboli del made in italy al pari di olio, pizza o pasta?
Ovviamente si. Lo spumante italiano rappresenta uno stile, un modo per vivere sensazioni, promuovere la convivialita', assaporarne i sapori, gli aromi e viaggiare nell'immenso patrimonio enogastronomico del nostro paese.
I territori sono una risorsa su cui fare leva. Pensate al prosecco ed alla magnificenza delle colline di valdobbiadene, ai suoi colori e profumi ma anche ai numerosi ristoranti e trattorie che valorizzano prodotti locali rendendo questa area una destinazione turistica di grande appeal. L'italia e i suoi prodotti che lo rendono un paese magnifico.