Crisi dei consumi e un sistema-Paese diffidente nei confronti dell’industria olearia.E’ questo lo scenario di settore che emerge dal Monitoraggio degli oli d’oliva e di sansa, presentato oggi a Roma da Assitol, l’associazione degli imprenditori del settore.

Lo studio conferma che, a rappresentare la parte più importante del mercato sono gli oli convenzionali, ovvero le grandi marche italiane: nel comparto dell’extravergine, segmento trainante del mercato, le imprese monitorate hanno registrato vendite per quasi 68mila tonnellate, pari al 93,7% degli extra da loro commercializzati in Italia. Il “100%” italiano ha riguardato il 3,6% delle loro vendite in Italia (3472 tonnellate), mentre gli oli Dop/Igp e il biologico coprono poco più dell’1%. Positiva la tendenza dell’olio di sansa (+6,8).

La distribuzione organizzata si rivela il principale canale commerciale dell’olio d’oliva. Nel complesso, il Monitoraggio delinea un calo delle vendite sul territorio nazionale pari al 5,3%, che ha colpito soprattutto gli extra (-4,9%) e gli oli d’oliva (-8,3%). Ciò trova riscontro nella riduzione degli acquisti registrata dagli Istituti specializzati