Gli intervistati si sono espressi avendo sotto gli occhi una situazione occupazionale assai grave: il tasso di disoccupazione è arrivato all’11,7% con punte del 20% in regioni come la Calabria e la Sicilia; i giovani sotto i 24 anni senza lavoro sono il 38,7%; i precari sono 2,8 milioni.
Per quanto riguarda le cause della emergenza lavoro, la maggioranza ritiene che essa derivi dalla combinazione dell’incapacità dei governi a creare un clima che stimoli le aziende ad investire (56,1%) con la gravità della crisi economica-finanziaria (46,6%), cui si aggiunge il fardello degli ostacoli burocratici (73%). Un altro grosso problema viene individuato dalla legislazione sul lavoro troppo rigida, che per proteggere i lavoratori dal rischio del licenziamento ha in realtà creato un ostacolo a nuove assunzioni (36,3%).
Anche la delocalizzazione delle fabbriche all’estero viene visto come un fattore che ha portato alla stasi attuale (35,7%), mentre sembra essere meno sentito il problema del precariato e dei lavori a tempo determinato: solo il 34,2% degli intervistati ritiene che si sarebbe dovuto procedere con un piano per trasformare i posti di lavoro precari in posti fissi, anche part time (vedi tabella 1).