Il carrello della spesa ai tempi della crisi, una crisi così prolungata, specialmente nei Paesi europei, che anche le grandi multinazionali del largo consumo hanno dovuto cominciare a fare i conti non solo con utili in contrazione ma anche con profondi cambiamenti sociali.

Se da un lato ci sono le famiglie numerose, con tanti figli, dall’altro ci sono le persone anziane e i single, ugualmente attenti a fare economia dato che non hanno nessuno con cui dividere le spese. E allora ecco che Unilever annuncia con enfasi la scoperta della monodose e la prospettiva più ampia di un mondo monodosato.

Geniale antidoto alla crisi? No, una solenne idiozia. Parola di Francesco Pugliese, Direttore generale di Conad che, in una nota stampa divulgata dall’azienda stessa, dichiara fuori dai denti: “Sul piano del processo industriale produrre le monoporzioni costa unitariamente di più. Sul piano della sostenibilità ambientale, di cui Unilever fa un perno della propria mission, la quantità di packaging destinata a diventare rifiuto è proporzionalmente maggiore delle normali confezioni. In termini di prezzo praticato al consumatore, il costo euro/chilo del prodotto è inevitabilmente più alto. Si crea solo un’illusione di risparmio attraverso una dilazione della spesa”.

Pugliese ha le idee ben chiare sull’argomento e recrimina alla multinazionale del largo consumo di aver adotto come motivazione alla base di questa strategia il presunto successo che avrebbe ottenuto in Paesi come l’India, assimilando di fatto l’Italia a mercati completamente diversi come livello di evoluzione e caratteristiche, in una logica tipicamente da multinazionale di “one size fits all”.