Le autorità francesi avevano autorizzato la produzione di acquavite da vino tramite l’impiego di sottoprodotti della vinificazione, in particolare le fecce, su base sperimentale, ma per ingenti quantitativi e, soprattutto, senza indicare in etichetta, come imposto dai regolamenti UE, la derivazione da vinaccia” e/o “da feccia”.

In questo modo, i distillati ottenuti da scolature o altri sottoprodotti venivano spacciati come se fossero ottenuti dalla distillazione da vino.

Una frode macroscopica a danno dei consumatori e degli stessi produttori, non soltanto in Italia, ma in tutta Europa: l’acquavite così prodotta costa molto meno rispetto all’autentico distillato da vino.

L’Associazione già da tempo aveva denunciato la pratica fraudolenta, impegnandosi poi a bloccare questo comportamento fraudolento, con l’aiuto delle istituzioni e della CEDIVI, La Confederazione europea delle distillerie vinicole.