Lo scorso 9 luglio, l'esecutivo spagnolo e le associazioni di settore hanno firmato un accordo per scongiurare la crisi del settore vitivinicolo. A tale scopo, è stato presentato un decreto, peraltro ancora in bozza, che stabilisce la “distillazione obbligatoria” di 4 milioni di ettolitri di vino, da destinare ad usi industriali. Una misura, secondo Madrid, in linea con l'articolo 167 del Regolamento 1308/2013, vale a dire l'OCM unica. In pratica, il vino in eccedenza dovrà essere consegnato gratuitamente alle distillerie. Tuttavia, il decreto prevede che, per definire le quote da inviare in distilleria, i volumi saranno calcolati, al 31 luglio, sulla base delle giacenze di vino presso le cantine.

“Ciò ha scatenato, in vista della prossima scadenza, la corsa alla vendita al ribasso delle giacenze – ha stigmatizzato il presidente dei distllatori -. Pur di non consegnare gratis il vino ai distillatori locali, i produttori hanno lanciato offerte a prezzi bassissimi, falsando così la concorrenza, con grave danno non soltanto dei produttori di vino, ma anche di quelli di acquaviti di vino e brandy nella UE che, appunto, utilizzano il vino come materia prima”. Il primo mercato che, letteralmente, sta andando in tilt è quello del vino da tavola a causa dell’invasione di vino spagnolo sottocosto, seguito da quello delle acquaviti e dei brandy e, da ultimo, dal mercato dell'etanolo per usi industriali, già sofferente per il progressivo calo dei prezzi.