Per gestire le criticità degli ultimi anni i consumatori italiani hanno elaborato nuove strategie che, integrando esigenze e bisogni solo in parte legati alla crisi, stanno generando nuovi paradigmi di consumo e di acquisto, destinati a durare nel tempo.
La ricerca “Indietro non si torna”, svolta nel Giugno 2014 su un campione di 1000 casi di popolazione italiana adulta, ha identificato alcuni indicatori “chiave”.  


L’acquisto selettivo, tra risparmio e concessione
L’attenzione negli acquisti è un’abitudine acquisita per la maggior parte della popolazione, a parte un nucleo (circa 1/6) di “happy few” che non sembrano porsi problemi di risparmio.
Gli altri si dividono in due gruppi diversi: il 40%, gli “essenzialisti”, sono orientati ad acquisti basici evitando il più possibile spese superflue, mentre altrettanti, pur dichiarando cautela, tendono a concedersi gratificazioni e piccoli lussi (44%). In ogni caso, nel prossimo futuro, riguardo i trenta beni e servizi analizzati, si manterrà un atteggiamento “risparmioso” più che concedersi qualche spesa in più.

War Strategy: strategie e tattiche incrociate
Fare la spesa è diventato un impegno che richiede energia e risorse, non solo materiali, ma anche mentali. La maggioranza degli  italiani sembrano orientati a mantenere le strategie elaborate negli ultimi anni per rendere la spesa più “intelligente” possibile: in particolare, una preparazione accurata della lista della spesa, l’utilizzo delle carte fedeltà, la lettura dei volantini per conoscere le offerte dei supermercati saranno tra le tattiche più adottate anche in futuro. 

Selfpowering: “fai da te” non solo moda
In un’ottica non solo di risparmio ma come nuovo stile di vita, gli italiani dimostrano un orientamento nettamente positivo alla domicizzazione dei servizi e all’autoproduzione: il “making” domestico sembra infatti allettante non solo per la produzione alimentare di pane, pasta, birra, conserve, etc…(63% i propensi per il futuro), ma  anche per i  piccoli lavori di manutenzione/riparazione (79%), per la  cura del corpo (66%), per la coltivazione di frutta  verdura (58%), per la  organizzazione di più cene e aperitivi in casa in alternativa all’uscita al ristorante (77%).

Sharing: la condivisione oltre il possesso

L’attitudine alla condivisione sta trasferendosi dai servizi agli oggetti: se circa il 41% della popolazioe si dichiara favorevole a fare uso in futuro del Bike Sharing, e il 42% del Car sharing, si sta ora sviluppando anche la cultura del noleggio di beni prima considerati personalissimi come tablet, pc, notebook (32% degli italiani si dichiarano prospensi ad affittarli), l’ abbigliamento (29%) giochi e giocattoli (28%), per non parlare degli utensili da giardino e per il bricolage (40%).

Flexibility: ibridazione e contaminazione nella Distribuzione
I consumatori esprimono interesse nei confronti di nuovi format distributivi capaci di integrare attività diverse, o offrire una particolare qualità o, dall’altro verso, risparmio e praticità: oltre alla produzione  vendita a km0 (76%), si apprezzano i punti di vendita con la possibilità di degustazione (70%), i negozi specializzati nel fresco di alta o altissima qualità (65%), quelli che offrono prodotti sfusi (69%), la vendita via internet  con consegna a domicilio (64%), ma anche i supermercati  attrezzati per happy hour (47%).

Bioliving: la natura entra nei prodotti
Il protagonismo della natura, mainstream di questi anni, continuerà il suo sviluppo con un crescente consumo, rispetto ad oggi,  di prodotti privi di componenti chimiche (OGM-freee e Bio: + 26%), di alimenti vegetali come frutta e verdura (+36%), di quelli ricchi di fibre (+27%), di cosmetici senza nichel, parabeni, petrolati (+24%), di abbigliamento in fibra naturale (+22%).

 

Eco-corporate: la sostenibilità per le Imprese
Il goodwill nei confronti delle Imprese che assumono comportamenti economicamente, ambientalmente e socialmente sostenibili è  diffuso, ma non generalizzato. Dal 10 al 15% degli italiani dichiarano una esplicita indifferenza e nessuna intenzione di privilegiarle; metà circa (con differenze interessanti considerando le diverse attività “sostenibili” di un’Impresa”) esprimono una prospensione alla scelta dei loro prodotti a parità di prezzo rispetto alle altre; dal  15 al 20% anche pagando u prezzo superiore, mentre circa il 20% solo a condizione di un prezzo inferiore .