Nel 2014 il mercato nazionale ha registrato un andamento negativo, compensato parzialmente dalla crescita dell’export che ha segnato un incremento del 2,5% in volume nel periodo Gennaio-Agosto.
La categoria dei Duri ha risentito di un inizio d'anno difficile. Le criticità sono proseguite con una parentesi positiva nel mese di Pasqua (+9% Vol. ad aprile 2014 vs aprile 2013), grazie soprattutto alle buone performance del Parmigiano Reggiano che, sostenuto da forti attività promozionali specialmente di cut price, ha risollevato l'intera categoria, favorito anche per lo sfasamento della festività rispetto allo scorso anno. A partire da maggio si sono nuovamente registrati importanti cali a sell-out per la distribuzione moderna, principalmente negli Ipermercati e nel Centro Sud.  A totale anno, solo l'Area 1 e i Super Grandi riescono a emergere con sell-out positivi, trainati dalle performance di Padano e Similgrana/altri+Trentino, che hanno beneficiato rispettivamente delle politiche di prezzo contenitive e dell'intenso uso della leva promozionale.         
«Il mercato nazionale dei duri tipici – conferma Maurizio Moscatelli, Direttore Commerciale Parmareggio – risente ancora dell’attuale congiuntura economica. Negli ultimi 12 mesi il comparto ha subito un calo in termini di volume del -5%. Questo trend è seguito da tutti i consorzi principali che subiscono un segno negativo a volume: il Parmigiano Reggiano registra un -2%, mentre il Grana Padano subisce un calo del -10%».
«L’andamento è stato condizionato da diverse congiunture – aggiunge Gabriele Webber, Direttore Commerciale del gruppo Trentingrana – quali la sovrapproduzione, alcune difficoltà legate al mercato del latte e il blocco di alcuni mercati significativi come quello russo, balzato agli onori della cronaca proprio nell’ultimo periodo».


STAGIONATI: TIENE SOLO L’ASIAGO
Non migliorano le performance neanche nel mondo degli Stagionati e, tantomeno, per Pecorino e Fontina. Non riescono, infatti, a calmierare l'effetto inflattivo e, provenendo da un 2013 già critico, non recuperano neanche nel 2014 i volumi persi. Ciò vale soprattutto per il pecorino, per il quale i mesi di maggio e giugno sono stati particolarmente negativi con tassi di calo a doppia cifra (-11,8%), a causa anche della dismissione di alcune promozioni importanti al centro Sud. Anche per la Fontina il calo nel 2014 si concentra soprattutto nell'ultimo trimestre (positivi solo i dati di Super Grandi e Nord-est); solo per l'Asiago il 2014 sembra essere iniziato meglio di come si è chiuso il 2013.
«Nella prima parte dell’anno – racconta Roberto Gasparini, Presidente Consorzio Tutela Formaggio Asiago – l’andamento per noi è stato decisamente soddisfacente, soprattutto se comparato agli anni passati in cui il primo semestre era sempre un po’ delicato e instabile. Quest’anno, anche grazie alla partenza del piano produttivo, del piano di crescita programmata abbiamo avuto più solidità nel tenere il mercato. Non era mai successo in passato che si trascorresse tutto un semestre e oltre con una stabilità pressoché assoluta dei prezzi».



LE CIFRE NON INCORAGGIANO I PRODUTTORI
L’offerta dei player del comparto è articolata su diversi canali di vendita tra cui il preponderante è la grande distribuzione che però, nell’anno terminante a giugno 2014, subisce per i formaggi duri tipici una variazione negativa del 4,4% a volume e del 7% a valore mentre per i formaggi stagionati il calo si attesta a -6,4% a volume e -4.9 a valore. Alla luce di questo scenario il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha deciso di ridurre del 5%, nel 2015, la quota di latte destinato alla trasformazione. Circa 800.000 quintali in meno, in sostanza, che porteranno la produzione di formaggio a 3.150.000 forme rispetto ai 3,3 milioni con i quali si chiuderà il 2014. «Una rimodulazione dei piani di regolazione dell’offerta – ha detto il Presidente del Consorzio Giuseppe Alai, nell’ambito dell’assemblea dei caseifici aderenti (poco meno di 370) – che non rappresenta soltanto una misura di carattere congiunturale. Il riequilibrare l’offerta rispetto alla domanda per ridare fiato ai redditi dei produttori a fronte di quotazioni che hanno pesantemente risentito di un aumento produttivo che in tre anni è stato pari al 9,5%, oggi è una delle misure di carattere strutturale che debbono essere messe in atto per rispondere a cambiamenti di analoga natura avvenuti sui mercati mondiali del latte e dei formaggi e a ciò che la crisi economica ha generato a carico delle famiglie».
«Il canale che sta registrando i risultati migliori – spiega Rita Marchesini, Direttore Marketing Brazzale - è quello dei discount dove, con questa identificazione ormai superata, si distinguono le più importanti insegne commerciali attente al prodotto e alla sua presentazione».



L’EXPORT: UNA VALVOLA DI SFOGO FONDAMENTALE
A fronte di un mercato domestico stagnante e dei consumi che continuano a calare l’export diventa vitale per la sopravvivenza delle aziende e, anzi, dovrebbe crescere ancora di più per compensare la situazione italiana. Ne sa qualcosa il Consorzio Tutela Formaggio Asiago che da un anno e mezzo sta portando avanti delle attività di promozione importanti con la gdo in tutte le aree di lingua tedesca (Svizzera, Austria e Germania). E i risultati si vedono come ci conferma il presidente Gasparini «L’anno scorso le esportazioni sul mercato tedesco sono aumentate del 199% e l’andamento positivo sta proseguendo anche nel 2014. Gli usa, invece, segnano un +28.7% delle vendite».
Nel 2013 Parmareggio ha esportato in oltre 50 paesi, portando l’incidenza dell’export di formaggio sul fatturato del gruppo al 20%. «Nel 2014 – puntualizza Moscatelli – stiamo incrementando ulteriormente questa incidenza in termini di volumi e fatturato»
Anche il gruppo Trentingrana, sta a poco a poco incrementando la quota destinata all’export come ci racconta Webber: «Gradualmente sta crescendo l’interesse dell’azienda nei confronti di zone molto distanti che pure hanno dimostrato in questi anni di apprezzare particolarmente il nostro prodotto e di inserirlo nella loro offerta “premium”. Si tratta del Giappone, dell’America e della Russia, Paese che purtroppo recentemente è stato protagonista di un embargo che di fatto ha sospeso un rapporto commerciale ampiamente avviato».



PACK E FORMATI AL CENTRO DEL MARKETING MIX                
«Il mercato dei formaggi duri e semiduri – puntualizza Alessandro Zevio, Responsabile marketing, R&D di Agrinform - è concentrato sui prodotti a Denominazione d’Origine Protetta che, per definizione, non possono cambiare perché definiti da disciplinari non derogabili.  Le novità si concentrano soprattutto sui formati e sul packaging, con l’ottica di dare sempre più servizio ai consumatori». Ne sa qualcosa Brazzale che la scorsa primavera ha presentato il Gran Moravia in fette nel formato quadrato, proposto in vaschetta ‘apri e chiudi’ in atm. «Per rispondere alle richieste del mercato e dei consumatori, - aggiunge Marchesini -  inoltre, come tutti i prodotti della gamma Gran Moravia, questo prodotto è adatto anche all’alimentazione dei vegetariani, come attestato dalla Vegetarian Society, e certificato Halal».
A livello di comunicazione le novità di prodotto sono sostenute attraverso iniziative di marketing dedicate. Parmareggio ha realizzato una in-pack promotion sui Cremosini (formaggini al Parmigiano Reggiano) e una attività sull’ABC della merenda (vaschetta contenente un Parmareggio Snack, un frullato 100% frutta gusto pesca e una confezione di grissini all’olio extra vergine di oliva) on-line a novembre sul sito www.quimamme.it, con l’obiettivo di sensibilizzare attraverso il web il target delle responsabili d’acquisto per diffondere la conoscenza e i valori del nuovo prodotto per una merenda sana.