Dal 1° gennaio di quest’anno è entrato in vigore il divieto della Commissione europea all’uso di gabbie non modificate per le galline ovaiole. Nella fattispecie, la nuova normativa prevede che gli stati membri ritirino progressivamente tale tipologia di gabbia affinché venga sostituita con soluzioni più adatte a soddisfare i bisogni biologici e comportamentali degli animali.

Le gabbie non modificate, infatti, danno alle galline un minore spazio vitale rispetto a quelle modificate e sono prive di strutture, come per esempio un nido; va da sé che un metodo di allevamento di questo genere non garantisce benessere agli animali ed è, anzi, ben lontano dal riprodurre l’habitat naturale delle ovaiole.

Per questa ragione, la nuova normativa invita appunto all’introduzione di sistemi di allevamento che consentano agli animali di vivere in un contesto che, se non può essere in tutto e per tutto equivalente a quello originale, vi si avvicini considerevolmente.

Ciascun paese è tenuto a far rispettare tale regolamento: se così non fosse, l’Ue è pronta a prendere provvedimenti. Il servizio ispettivo europeo preposto, del resto, si è attivato sin dal mese di gennaio per verificare che la regola venisse applicata correttamente, attraverso visite ad hoc nei paesi membri.

Ricordiamo, peraltro, che Bruxelles ha messo a disposizione degli stati anche dei finanziamenti atti a migliorare i sistemi di allevamento delle galline ovaiole: un incentivo in più per fare rispettare la nuova normativa.