Divenuta oggi la più grande organizzazione per la commercializzazione delle mele in Europa e una delle più importanti realtà nell’economia altoatesina, il VOG fu fondato alla fine della Seconda Guerra Mondiale in un clima di ricostruzione e grandi difficoltà.

In quel lontano 1945 l’Europa è ridotta in macerie, il Passo del Brennero è stato chiuso a ogni passaggio e la Germania è occupata dagli Alleati. Molti mercati sono andati persi e la situazione della frutticoltura altoatesina è quasi disperata. Presto ci si rende conto che l’arduo compito di risollevarla non può essere assolto da una sola cooperativa: è allora che Josef Ungericht, presidente della Cooperativa Frutticoltori CAFA, di carattere forte e mentalità emancipata, riesce a convincere altre cooperative della necessità di una collaborazione più stretta, per superare insieme la nuova e complessa situazione economica. Nasce così il Consorzio VOG.

Alle 9 cooperative iniziali se ne aggiungono presto molte altre. Nel 1999 avviene l’unione con ESO, un’altra organizzazione di produttori in Alto Adige. Da 33, dopo le varie fusioni, nel 2011 le cooperative sono 16, una delle quali specializzata nella lavorazione del prodotto biologico. Oggi, fanno parte dell´organizzazione di produttori 4.938 soci produttori che, su una superficie di circa 10.700 ettari, realizzano un raccolto di frutta pregiata di circa 650.000 tonnellate annue.

“VOG festeggia il suo 70° anniversario – ha sottolineato il presidente del Consorzio, Georg Kössler - una tappa molto importante che ci offre l’opportunità di ricordare la nostra storia e al tempo stesso di tentare di delineare le prospettive per il futuro”.

“Il sistema delle cooperative, che in Alto Adige conosce una tradizione ben più antica dei settant’anni del Consorzio VOG, è strettamente legata allo sviluppo dell’agricoltura della nostra terra – ha affermato Gerhard Dichgans, direttore del Consorzio - La struttura commerciale basata su di esse non solo ha garantito la sopravvivenza delle piccole aziende frutticole, prevalentemente a conduzione famigliare, ma ha reso inoltre possibile nel corso degli anni l’evoluzione verso una coltivazione delle mele specializzata, moderna e competitiva, in grado di raggiungere un altissimo livello qualitativo”.