Secondo i dati diffusi dal Consorzio di tutela, il prosciutto di San Daniele nel 2007 è stato protagonista di un incremento delle vendite del 3,8% e ha raggiunto un giro d’affari complessivo di 330 milioni di euro. Un risultato preannunciato nel quadrimestre giugno-settembre, quando il San Daniele aveva registrato un incremento della quota di mercato rispetto agli altri prosciutti dell’1,6%.

Per quanto riguarda il prosciutto affettato e confezionato, nel mese di dicembre sono state prodotte 476.300 confezioni, con una crescita del 21,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche su base annua l’incremento è stato significativo: 13,6% rispetto al 2006 che ha portato a un totale di 5.736.800 vaschette.

Crescita di un punto percentuale anche per le cosce destinate a ricevere il marchio Dop, che hanno raggiunto quota 2.678.866, grazie alle scelte fatte dal Consorzio per rendere ancora più elevati gli standard di qualità, non solo attraverso una selezione rigorosa della materia prima ma anche l’introduzione di tecniche all’avanguardia per il controllo e la tracciabilità di ogni singolo prosciutto, in ogni fase della filiera.

Nel 2007 la percentuale di cosce non dichiarata idonea a diventare prosciutto di San Daniele è stata dell’11,2%, un dato significativo se messo in relazione alla tipologia di carne usata, cioè esclusivamente da suini nati, allevati e macellati in dieci regioni d’Italia.