Il settore del low cost è in forte crescita. In Italia nel 2008 ha fatturato 55 miliardi di euro, con un’incidenza del 3,5% sul Pil. Per il 2009 è previsto un ulteriore aumento del giro d’affari a 61 miliardi di euro che porterà a una crescita del prodotto interno lordo del Paese dello 0,43%.

Questo è, in sintesi, quanto ha messo in luce il rapporto annuale – realizzato in collaborazione con Boston Cosulting Group, Gpf, Databank, Bureau Vandijk e Cai e lama - di AssoLowcost, l’associazione europea del low cost di qualità che riunisce alcune delle aziende più rappresentative del settore: Ikea, Decathlon, Mercatone Uno, Camicissima e Nau Ottica.

Esaminando i comportamenti d’acquisto degli italiani è emerso che il 66% di loro ha intenzione di ridurre il proprio livello di spesa nei prossimi 12 mesi. Questo porterà a un aumento del 10% per il settore low cost e a un incremento del fenomeno del trading down: la ricerca del miglior prezzo senza rinunciare alla qualità.

Nel settore degli alimentari aumenteranno gli acquisti nei discount e nella gdo si registrerà una crescita di private label e prodotti in promozione. Per quanto riguarda il non food saliranno le vendite nelle superfici specializzate mentre per la moda crescerà il fast fashion.

Il low cost sta diventando così una filosofia di consumo e chi compra è consapevole che un prezzo elevato non è sempre sinonimo di qualità come un costo basso non è necessariamente sinonimo di rinuncia.