Il Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP ha recentemente ricevuto la notizia dell’inserimento, da parte della Commissione Europea, della questa varietà di cicorie tra gli otto prodotti ortofrutticoli Made in Italy nella documentazione consegnata alle delegazioni Usa.



La decisione rientra nell’ambito dei negoziati Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), il principale accordo commerciale tra Europa e Stati Uniti, la cui discussione è in corso dal 2013 e che si punta a portare all’approvazione entro il 2016.



Per il comparto ortofrutticolo le otto referenze italiane sono, oltre al Radicchio di Treviso, l’Arancia Rossa di Sicilia, il Cappero di Pantelleria, il Kiwi di Latina, la Lenticchia di Castelluccio di Norcia, la Mela dell’Alto Adige, la Pesca Nettarina di Romagna e il Pomodoro Pachino.

“Non possiamo che ringraziare la Commissione Europea – afferma il presidente del Consorzio, Paolo Manzan - per aver dimostrato di voler tutelare a livello internazionale quelle denominazioni che lei stessa ha introdotto, ma che hanno dimostrato il limite della loro tutela all’interno dei confini europei. Il nostro Consorzio quest’anno festeggia i 20 anni dal riconoscimento dell’IGP, primo prodotto ortofrutticolo europeo ad ottenerla. In due decenni il mondo è cambiato, oggi viviamo in una economia globale che rischia di stritolare le piccole produzioni. Finora siamo stati praticamente impotenti di fronte alle falsificazioni che avvengono fuori dai confini UE, come dimostra il caso recente del falso Radicchio di Treviso a Sidney. Ma casi simili, purtroppo, esistono per esempio in California, ed è per questo l’inserimento nel Ttip potrebbe rappresentare una svolta e una vera tutela dalle imitazioni”. In allegato alcune immagini di come sia reale il problema del “Treviso sounding” negli USA: il packaging di una nota azienda californiana, dove è ben evidente l’usurpazione dell’indicazione geografica: Radicchio di Treviso, ma prodotto a Salinas- CA; una immagine scattata nei giorni scorsi nel punto vendita Eataly di New York dove il Radicchio di Treviso è chiaramente made in USA, così come nella catena Dean & De Luca (prezzi esorbitanti per un radicchio che non è italiano).