Estendere il SIAN - il sistema italiano di controllo telematico sui dati di produzione dell’olio d’oliva - a tutta l’Europa, per garantire il consumatore rispetto alle importazioni provenienti dall’estero. E’ questa la proposta di Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, come contropartita dell’import di prodotto tunisino, proposto dalla Commissione UE a titolo temporaneo per il biennio 2016-2017, allo scopo di sostenere il paese nordafricano in crisi.

A cominciare dal frantoio, fino al commerciante di prodotto sfuso, già oggi in Italia è possibile seguire tutti i movimenti dell’olio d’oliva, documentati nei Registri di carico e scarico delle aziende, e verificabili telematicamente dagli enti di controllo del settore, tracciando tutti i flussi in entrata ed in uscita dalle imprese della filiera. Ciò ha consentito alle autorità giudiziarie di fermare numerosi tentativi di contraffazione.

Assitol propone ora di ampliare all’Europa il modello italiano. Al riguardo, è bene ricordare che l’Italia, afflitta da uno storico deficit nella produzione di olio, è costretta a importarlo da altri Paesi comunitari. Soltanto il 10% delle importazioni, tuttavia, giungono da operatori non europei, compresa la Tunisia. Tuttavia, proprio la Commissione UE segnala il rischio che correrebbe il mercato italiano se non si facilitasse l'import dei tunisini: questi ultimi, infatti, si rivolgerebbero al mercato di Paesi terzi – ad esempio gli Stati Uniti, primo acquirente mondiale dei nostri prodotti - finendo quindi in aperta competizione con l’export delle aziende italiane.