Tra le principali norme del provvedimento sono previste per la prima volta multe per il cosiddetto “country sounding”, vale a dire l’evocazione di un’origine geografica dell’olio diversa dall'origine dell'olio stesso ma anche per il mancato rispetto del regolamento sugli imballaggi, per la mancata o difforme indicazione in etichetta dell’informazione sulla categoria di olio e per il mancato rispetto dell’obbligo di tenere i registri degli oli d’oliva e di sansa d’oliva.

Finalmente – precisa l'associazione degli imprenditori agricoli - non sarà più possibile riportare sulla bottiglia o nel packaging “segni, figure o illustrazioni che possono evocare” un’origine italiana (tricolore, nomi o aggettivi di italianità, paesaggi tipici delle campagne italiane o monumenti ecc.) se l’olio non deriva da olive coltivate in Italia.

Si tratta di misure importanti per difendere un settore da primato del Made in Italy che conta su una produzione nazionale di 302.000 tonnellate nel 2014/2015 realizzata da circa 900.000 aziende olivicole dalle quali si sviluppa un volume di affari di 3 miliardi di euro.