Tra le principali novità introdotte dal D.Lgs. 49/2014 c’è anche l’inclusione dei cosiddetti Dual Use nei RAEE domestici. Il Centro di Coordinamento RAEE interviene sul tema con alcuni consigli utili per produttori e utilizzatori professionali.

Il Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014 ha recepito in Italia la Direttiva 2012/19/UE sulla gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Molte le novità introdotte dal decreto, che ha come obiettivo finale quello di incrementare la raccolta di questo tipo di rifiuti, che si compongono di numerose materie prime riciclabili o nobili, ma che possono contenere anche sostanze dannose per l’uomo e per l’ambiente.

La famiglia dei RAEE racchiude tutti i rifiuti derivanti dai piccoli e grandi elettrodomestici una volta giunti al termine del loro ciclo di vita. I RAEE devono essere raccolti separatamente a seconda del Raggruppamento al quale appartengono (R1-Freddo e Clima; R2-Grandi Bianchi; R3-Tv e Monitor; R4–Piccoli Elettrodomestici; R5-sorgenti Luminose) ma anche a seconda del soggetto che li ha utilizzati.

La normativa tuttavia attribuisce oneri e competenze diverse a seconda che si tratti di RAEE domestici o professionali:

• RAEE domestici: sono quei rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche utilizzati comunemente dai nuclei domestici.

• RAEE professionali: sono quei rifiuti provenienti da apparecchiature destinate ad attività amministrative ed economiche, la cui fornitura sia quantitativamente importante o le cui caratteristiche siano di uso esclusivo professionale; vale a dire, apparecchiature che non possono essere impiegate normalmente in casa.

La distinzione tra RAEE domestici e professionali non è sempre così netta. Ci sono aziende specializzate esclusivamente nella produzione di AEE professionali (quali ad esempio cucine professionali, lavatrici e lavastoviglie per comunità ecc.). In altri casi, gli stessi prodotti possono essere impiegati indifferentemente dalle utenze domestiche e da quelle professionali: si tratta dei cosiddetti RAEE Dual Use. Guardando al mondo delle tecnologie alimentari, esempi di questo tipo possono essere: le macchine per il caffè, i frullatori, le macchine per il ghiaccio o le affettatrici.

Oltre alla diversa modalità di utilizzo, la distinzione tra RAEE domestico e professionale va a coinvolgere anche il sistema di finanziamento per le operazioni di raccolta, trasporto e trattamento. Per i RAEE domestici infatti, non si registra nessun attore in forma individuale ma da parte di tutti i produttori l’adesione a un Sistema Collettivo, incaricato di gestire le AEE immesse sul mercato una volta giunte a fine vita. Questo “modello generazionale” è stato creato per finanziare la raccolta e il trattamento dei RAEE e si basa sulle quote di mercato dei Produttori presenti sul mercato.

Invece, i produttori di RAEE professionali hanno deciso di rispondere agli obblighi con scelte che a volte hanno privilegiato l’adesione a un Sistema Collettivo e altre volte la gestione in maniera autonoma.

Per quando riguarda i RAEE Dual Use, la nuova normativa consente “l’assimilazione” per analogia di un qualsiasi rifiuto di apparecchiatura professionale, che per natura e quantità può essere considerata analoga a un’altra originata dai nuclei domestici. Grazie a questo principio, tutti i RAEE Dual Use, anche quelli pericolosi, possono essere conferiti presso un Centro di Raccolta autorizzato. Questo significa anche che i rivenditori sono tenuti a effettuare il ritiro gratuito di tali RAEE, anche se provengano da utilizzatori professionali. Sulla base dei principi precedentemente illustrati, anche per chi produce apparecchiature Dual Use vige l’obbligo di inserire le proprie apparecchiature nel Registro AEE nella tipologia domestica.