Tyler Cowen, uno dei più influenti economisti degli ultimi dieci anni secondo l’Economist, e inserito nella lista dei Top 100 Global Thinkers dalla rivista Foreign Policy, già autore del best seller The Great Stagnation, prosegue la sua riflessione sulle disuguaglianze e sul futuro del lavoro nel suo nuovo libro La media non conta più. Ipermeritocrazia e futuro del lavoro (Università Bocconi Editore – UBE – 2015; 288 pagg.; 26 euro; 13,99 e-pub), disegnando scenari prossimi con cui inevitabilmente confrontarsi.

Oggi ci sono sempre più persone ricche e sempre più persone povere, con un gap che si va allargando mentre si assottiglia sempre più la fascia media. Anche se calcoliamo ancora indicatori come reddito e consumo medio pro capite, tasso medio di alfabetizzazione, numero medio di laureati ecc, tutte queste medie hanno perso significato.

Nelle tre parti in cui è strutturato il libro, l’autore passa dall’ipermeritocrazia all’analisi di cosa si intende per lavoro nuovo, al fatto che l’intuizione non sempre aiuta a trovarne uno, al tracciare una nuova geografia sino a ripensare all’istruzione e al nuovo contratto sociale.