Il Prosciutto di Parma chiude il 2015 con una produzione di circa 8.400.000 prosciutti, in calo del 3,8% rispetto al 2014. Primo mercato di sbocco si conferma l’Italia con il 68% della produzione assorbita dove, a fronte di una generale flessione del mercato del prosciutto crudo, il Prosciutto di Parma è riuscito a recuperare quote di mercato, oggi al 33,5%.

Da questo contesto, emerge chiaramente la ripresa delle vendite, in particolare durante la seconda parte dell’anno. A partire dall’estate, infatti, la commercializzazione del Prosciutto di Parma ha mostrato incoraggianti segnali di crescita, il che ha contribuito a ridurre le giacenze di magazzino e a riequilibrare i prezzi di vendita nei confronti del settore distributivo.

Le esportazioni crescono a ritmo costante: i prosciutti con la corona complessivamente esportati nel 2015 sono stati 2.724.000 pari a un incremento del 3.9% (100.000 prosciutti) rispetto all’anno precedente, per un fatturato stimato di 260 milioni di €.

Il bilancio delle nostre esportazioni è molto positivo – commenta Vittorio Capanna presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma. La scelta strategica di puntare su uno sviluppo equilibrato si sta rivelando vincente e, al di là del dato annuale, è l’analisi di medio-lungo periodo che evidenzia i risultati conseguiti: nell’ultimo decennio le nostre esportazioni sono cresciute del 50% e oggi rappresentano il 32% della produzione annuale. Tutto questo è il frutto di un’ottima diversificazione geografica dei mercati e di un efficace gioco di squadra che il comparto ha saputo mettere in campo e che ha consentito al Prosciutto di Parma di affermarsi come marchio leader della salumeria a livello mondiale.