Nel 2018 sono state prodotte 4.849.303 di forme di Gorgonzola Dop, 116.588 in più rispetto al 2017 (+2,46%). L'aumento risulta ancora più sensibile rispetto al 2016, pari a +5,85 %.

Il Gorgonzola si conferma molto amato anche all’estero con, al settembre 2018, oltre 15mila tonnellate (+3,0% rispetto al 2017) dirette verso i mercati stranieri per un valore di oltre 94 milioni di euro. Crescono sia il consumo all’interno dell’Unione Europea (+1,5%) sia quello Extra UE (+14%). Ottime le performance di Francia (+5% con 3468 ton.), Polonia (+18% con 469 ton.) e Austria (+15% con 408 ton.) in Europa. Per quanto riguarda il resto del mondo, invece, segno più anche per Giappone (+31% con 379 ton.), Australia (+112% con 249 ton.), Canada (+76% con 63 ton.) e Nuova Zelanda (+258% con 3,7 ton.) (Dati CLAL al settembre 2018).

In particolare, il Gorgonzola Dop del tipo Piccante raggiunge l’11,5% della produzione totale con un aumento del 7% rispetto al 2017 in linea con il crescente gradimento dei formaggi a lunga stagionatura, specialmente nel periodo pre-natalizio (Indagine Assolatte). Oltre due terzi della produzione 2018 si è concentrato nelle province piemontesi (Novara, Vercelli, Cuneo, Biella, Verbano-Cusio-Ossola e il territorio di Casale Monferrato).

Il Gorgonzola Dop si conferma ancora una volta terzo formaggio di latte vaccino per importanza nel panorama dei formaggi Dop italiani, dopo i due grana, con 37 aziende associate e 1.800 realtà agricole dedicate alla produzione e un volume d’affari al consumo di 720 milioni di euro.

«La continua crescita dei numeri del Gorgonzola Dop all’interno del comparto caseario, leader dell’agroalimentare per valore alla produzione, al consumo e all’export, ci rende molto orgogliosi – dichiara il presidente del Consorzio Gorgonzola Renato Invernizzi - I nostri sforzi continuano ad essere rivolti alla tutela del prodotto per combattere la contraffazione e promuoverne la qualità. Puntiamo sempre più alla destagionalizzazione del formaggio Gorgonzola Dop, per aumentare le occasioni di consumo anche nei mesi più caldi, nonché ad accrescere la cultura alimentare e la conoscenza del valore della Denominazione d’Origine».