Cresce l'esportazione italiana nel settore alimentare (+22 per cento nei primi 6 mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016) e di conseguenza aumenta la richiesta di export manager nel comparto alimentare. Lo rivela un'analisi di Gustorotondo.it, brand attivo nell'export di prodotti enogastronomici. L'export manager infatti è una delle figure più richieste all’interno della divisione sales & marketing e più strategiche per aggredire i mercati di Paesi emergenti. Si occupa di organizzare l'azione promozionale e di vendita all'estero, anche mediante e-commerce, di sfruttare l'azione di sostegno all'esportazione svolta dai vari enti pubblici e talvolta di organizzare consorzi di esportatori.

“L’export manager deve saper effettuare una ricerca sulle possibilità di vendita dei beni di consumo ed industriali nei mercati esteri”, spiega Giovanni de Simone, amministratore delegato di Gustorotondo.it. “Inoltre, questo profilo deve saper segmentare i mercati e posizionarvi i prodotti, definire la strategia di marketing internazionale. Deve saper scegliere un partner estero e negoziare all'estero, essere in grado di redigere un contratto di rappresentanza, organizzare una filiale all'estero. Occorre saper affrontare i trasferimenti di know how e le joint venture, essere in grado di predisporre un piano di vendita all'estero e definire un budget di spesa, saper predisporre il pricing e il listino export, insieme alle diverse forme di pagamento.

E’ una figura che deve dunque saper penetrare i mercati esteri con una conoscenza dei Paesi in cui si vuole operare, ma deve anche possedere una serie di metodologie e di tecniche in termini di marketing e di attività commerciale e confrontarsi oggi con l'internazionalizzazione e la globalizzazione. Le competenze richieste infine sono: dimestichezza nel commerciale in generale e capacità relazionali che sono una componente caratteriale imprescindibile per questa tipologia di attività. Il processo di internazionalizzazione delle grandi imprese ha avuto una tale accelerazione a seguito del processo di globalizzazione al punto da aver portato le aziende, anche quelle medio-piccole, a ricercare tale figura”, conclude de Simone.